Disturbi Somatici e Ipocondria (Disturbo d'Ansia per le Malattie)

La somatizzazione può essere generalmente definita come l’espressione di un disagio psicologico attraverso sintomi fisici di solito a carico dell’apparato cutaneo, digerente, cardio-circolatorio e muscolo-scheletrico. La relazione tra corpo e mente, tuttavia, più che seguire una direzione causale (A→B), si esprime in senso bidirezionale indicando una reciproca influenza tra questi due fattori (A↔B). Oggi infatti è promossa una visione integrata tra mente e corpo che supera il classico stigma rivolto a coloro che, privi di una diagnosi, vedevano riconosciuti i loro sintomi come irreali.

La sofferenza dell’individuo infatti è autentica, che sia spiegabile o non spiegabile dal punto di vista medico.

Alcune persone che presentano uno o più sintomi somatici (che abbiano o meno ricevuto una diagnosi) assistono a un peggioramento della loro vita quotidiana e delle loro relazioni interpersonali per via degli elevati livelli di preoccupazione rivolti alla propria salute. Possono per esempio valutare i propri sintomi in maniera sproporzionata, temere il peggio per la propria condizione anche se ci sono prove del contrario. La preoccupazione per la propria salute assume un ruolo centrale nella vita di queste persone dominando anche le loro relazioni.

Diversamente, altre persone potrebbero essere estremamente preoccupate di avere o di contrarre una grave malattia pur in assenza di sintomi somatici o con sintomi di lieve entità. Questa preoccupazione può a sua volta innescare comportamenti di controllo verso il proprio corpo e continue ricerche circa una data malattia su internet o, al contrario, un evitamento disadattivo di visite o prescrizioni mediche. In questo caso il disagio non proviene dal sintomo in sé, ma dal significato psicologico ad esso associato. Il fatto che il focus sulla paura di ammalarsi sia così pervasivo e non rispondente alle rassicurazioni mediche può generare una grande frustrazione, per il soggetto stesso e per chi gli sta attorno.

La somatizzazione può essere generalmente definita come l’espressione di un disagio psicologico attraverso sintomi fisici di solito a carico dell’apparato cutaneo, digerente, cardio-circolatorio e muscolo-scheletrico. La relazione tra corpo e mente, tuttavia, più che seguire una direzione causale (A→B), si esprime in senso bidirezionale indicando una reciproca influenza tra questi due fattori (A↔B). Oggi infatti è promossa una visione integrata tra mente e corpo che supera il classico stigma rivolto a coloro che, privi di una diagnosi, vedevano riconosciuti i loro sintomi come irreali.

La sofferenza dell’individuo infatti è autentica, che sia spiegabile o non spiegabile dal punto di vista medico.

Alcune persone che presentano uno o più sintomi somatici (che abbiano o meno ricevuto una diagnosi) assistono a un peggioramento della loro vita quotidiana e delle loro relazioni interpersonali per via degli elevati livelli di preoccupazione rivolti alla propria salute. Possono per esempio valutare i propri sintomi in maniera sproporzionata, temere il peggio per la propria condizione anche se ci sono prove del contrario. La preoccupazione per la propria salute assume un ruolo centrale nella vita di queste persone dominando anche le loro relazioni.

Diversamente, altre persone potrebbero essere estremamente preoccupate di avere o di contrarre una grave malattia pur in assenza di sintomi somatici o con sintomi di lieve entità. Questa preoccupazione può a sua volta innescare comportamenti di controllo verso il proprio corpo e continue ricerche circa una data malattia su internet o, al contrario, un evitamento disadattivo di visite o prescrizioni mediche. In questo caso il disagio non proviene dal sintomo in sé, ma dal significato psicologico ad esso associato. Il fatto che il focus sulla paura di ammalarsi sia così pervasivo e non rispondente alle rassicurazioni mediche può generare una grande frustrazione, per il soggetto stesso e per chi gli sta attorno.

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